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Nei primi cinquant'anni del Novecento i conti Alessandro e Vittoria Contini Bonacossi crearono dal nulla una grande fortuna, inizialmente grazie al commercio di francobolli da collezione, per diventare poi tra i più importanti mercanti d'arte antica del secolo scorso. Una vita, la loro, trascorsa a contatto con i protagonisti del collezionismo mondiale, perennemente in viaggio tra la vecchia Europa e la giovane America dei mecenati e degli industriali. I Contini Bonacossi destinarono parte delle opere d'arte acquistate alla loro personale collezione che, già nel 1939, era considerata di valore inestimabile, essendo composta da meravigliosi quadri e sculture, nonché da innumerevoli e straordinari oggetti d'arte minore. La decisione di donare questa preziosissima raccolta allo Stato diede origine a una delle vicende più discusse e tribolate del collezionismo italiano, che in queste pagine viene finalmente raccontata da chi ne fu diretto testimone. Una storia appassionante e documentata degli eventi e delle persone che trasformarono la più importante donazione novecentesca di opere d'arte allo Stato italiano in uno scandalo lungo mezzo secolo, e che ancora oggi continua a suscitare interesse.